Recensione “The Inheritance Games” di Jennifer Lynn Barnes

– Cit. “The Inheritance Games”, cap. 17 | Copyright © 2021 – PowerOff PSY [Alessandra] (testo e foto). Tutti i diritti sono riservati.
  • Titolo: “The Inheritance Games”
  • Autrice: Jennifer Lynn Barnes
  • Casa editrice: Penguin(2020), Sperling & Kupfer (2021)
  • Genere: YA – Mistery – Thriller
  • Prezzo (euro) [IT]: 17,00 [cartaceo]; 9,99 [ebook]
  • Prezzo (euro) [EN]: 14,51 [cartaceo rigida]; 9,63 [cartaceo flessibile]; 6,99 [ebook]; 39,90 [CD audio]
  • Pagine: 387
  • Voto: 10 stelle ⭐

Tutto ruota attorno alla figura di Avery Grambs. Lei è una giovane ragazza che ha sempre vissuto con la sua sorellastra Libby in una condizione a dir poco umile. Quando a volte la viene a trovare il suo ragazzo, Drake, Avery, non sopportandolo, si mette a dormire a bordo della sua Pontiac. Non è un rifugio chissà quanto comodo, ma almeno si tiene lontano dalla faccia odiosa di Drake, a tal punto che quasi spera che Libby lo lasci presto; non lo ritiene adatto a lei.

Non mancano le conversazioni con la sua amica Maxine, per gli amici Max, che riesce sempre a comprendere tutti i deliri e i pensieri di Avery. Quel che più fa ridere di Max è il suo parlare in modo camuffato, in modo da evitare che i suoi genitori, qualora le guardino il telefono o la ascoltino conversare in chiamata, la puniscano. Per esempio, si possono ricordare un paio di espressioni, come Quel gran figlio di putrella o Quel fronzuto microcefalo può andare dritto a farsi frottole!!! Bannato mangiarmela!!!

Come ogni giovane che si rispetti, anche Avery ha dei progetti per il suo futuro che spera di realizzare, una volta conclusi gli studi. Difatti, non bisogna tralasciare che la ragazza ha una mente molto scientifica e analitica. Non lascia nulla al caso senza aver analizzato tutto nei minimi particolari. Questa sua grande applicazione nelle materie scientifiche la porta, un giorno, dal preside, dove incontra Grayson Hawthorne, l’inizio di una serie di rompicapi. A tal proposito, caso e mistero vogliono che Avery sia inclusa nel testamento di un perfetto sconosciuto, Tobias Tattersall Hawthorne. Alla lettura del testamento accade l’inimmaginabile.

“Quarantasei virgola due miliardi di dollari, pensai mentre il mio cuore galoppava e la bocca diventava asciutta come cartavetrata. Il patrimonio di Tobias Hawthorne valeva quarantasei virgola due miliardi di dollari, e lui aveva lasciato ai suoi nipoti un milione da dividere in quattro. Centomila in totale alle due figlie. Un altro mezzo milione al personale, un vitalizio a Nan… I conti di quell’equazione non tornavano. Non potevano tornare. L’uno dopo l’altro, tutti gli occupanti della stanza si voltarono verso di me. «Lascio quanto resta del mio patrimonio, comprendente tutte le mie proprietà, gli investimenti e ogni bene terreno e materiale non altrimenti specificato, ad Avery Kylie Grambs.»” –|| Capitolo 9

Da questo momento in poi Avery diventa a tutti gli effetti un’ereditiera. D’ora in poi tutti vorranno essere lei, avere la sua fama, saperne di più su come sia passata da un’esistenza semplice e logorata a un’altra piena di ricchezza e di notorietà. Tanti attenteranno alla sua vita, almeno in via teorica, motivo per cui ha al suo fianco una guardia del corpo di nome Oren. E, analogamente, tanti saranno i torti inferti alle persone a lei care, in primis Libby e Max. Difatti, non mancano i maltrattamenti e i complotti, così come abbonda un senso di invadenza mediatica da parte dei giornalisti, desiderosi di scoprire quale strano motivo o segreto vi sia dietro questa scelta del miliardario.

Numerosi sono i momenti coinvolgenti all’interno di questo libro e in ognuno vi è come co-protagonista almeno uno dei fratelli Hawthorne, che sia Grayson, Jameson, Nash o Xander. Uno dei miei preferiti è nel bel mezzo della storia. In realtà mi affascina il modo in cui Jameson e Avery si relazionano, pur facendo difficoltà ad ammettere quel che provano l’uno per l’altra, anche a causa di varie intimidazione da parte di Skye Hawthorne, moglie del padre del ragazzo e dei suoi fratelli. Lui fa difficoltà a lasciarsi andare, fosse anche per uno sguardo intenso di troppo verso Avery, anche alla luce del suo passato, della morte della sua ragazza in modo inaspettato. Solo alla fine del libro si comprende bene di chi è la colpa, ma il dolore non è mai troppo poco nel momento in cui ricorda la sua Emily. In fondo, c’è la diceria che chi ha a che fare con gli Hawthorne rischia seriamente la morte.

In questa scena Jameson e Avery si trovano al parco a cercare vari indizi che permettano a tutti e cinque di risolvere gli enigmi di T.T.H., loro nonno. Dal momento che proprio il nonno, attraverso ulteriori stratagemmi, li ha indirizzati precisamente al ponte, si aspettano di trovare qualcosa lì. Pur di riuscirci, per l’appunto, provano a guardare sotto il ponte e già lì la mente di Avery vola al suo ginocchio che tocca il mio e alle sue mani che sono su di me. Ma la scena più bella è anche la più drammatica, dove Jameson sembra quasi iniziare a soffrire per il pensiero che potrebbe perdere Avery e lei lui per due colpi di pistola che fortunatamente non li hanno messi fuori gioco, differentemente dalle aspettative dell’aggressore.

“«Stai giù!» urlò Jameson. Lo sentii a malapena. Il mio cervello non riusciva a elaborare quello che sentivo, quello che stava accadendo. Sto sanguinando. Dolore. Jameson mi afferrò e mi trascinò a terra. L’attimo dopo il suo corpo era sopra il mio. Echeggiò un secondo sparo. Pistola. Qualcuno ci sta sparando. Un dolore lancinante al petto, Sono stata colpita.” […] “«Sta sanguinando.» Quella era la voce di Jameson. Si era rimesso in piedi e mi stava osservando dall’alto. Il petto pulsava sotto la clavicola, dove ero stata colpita. «La tua faccia.» Il tocco di Jameson era leggero sulla pelle. Mi sfiorò appena lo zigomo, e tutti i miei nervi si elettrizzarono. Sono ferita.” –|| Capitolo 52

Un’altra scena bella ha come protagonista un altro fratello Hawthorne, ovvero Grayson. Di solito sempre composto, diffidente, come se qualcosa in quel gioco di suo nonno, che ha voluto includere Avery, una perfetta sconosciuta, non gli quadri. Un ragazzo che ama starsene sulle sue e a volte pecca di invadenza, a tal punto da far quasi diventare quel che dice un vero modo per investigare l’ereditiera e metterle paura.

In realtà, però, dietro una simile corazza si cela un ragazzo che è anche capace di lasciarsi andare a emozioni più liete, senza dover per forza intimorire o far sentire fuori posto qualcuno. A dire il vero, come è successo in passato con Emily, anche qui sembra esserci un triangolo amoroso, se non fosse che gli eventi tragici del passato hanno segnato l’animo di Grayson nettamente, a tal punto che prende una decisione netta. Tuttavia, si lascia andare a un’aperta dichiarazione, che ha fatto vibrare le corde del mio cuore, perché mi è parso come se Avery sia riuscita a ricucire delle ferite all’interno di questa famiglia, e in particolare anche di Grayson.

“«Avery. Non permetterò che ti facciano ancora del male. Hai la mia parola.» Pensava di potermi proteggere. Voleva proteggermi. E mi stava accarezzando, e tutto quello che io volevo era permetterglielo. Lasciare che si prendesse cura di me. Lasciare che le sue mani mi toccassero.” –|| Capitolo 86

Eredità a parte, con la sua semplicità Avery Grambs riesce a portare luce nelle vite dei membri della famiglia Hawthorne, per quanto, come si è capito, non mancano le insidie anche all’interno. Si susseguono una miriade di scoperte inimmaginabili, che, se ricollegate al resto degli indizi e dei progressi fatti nella risoluzione di quell’enorme mistero, permettono di capire che lei non è stata scelta a caso.

C’è molto di più dietro all’affidamento di una ingente somma di denaro da parte di Tobias. C’è molto di più dietro la scelta di Avery come destinataria di tale somma. Non solo dei nomi. Non solo dei numeri casuali. Ma molto di più. Un passato che lei conosce bene e ha contribuito, con diletto, a nutrire la sua mente prettamente razionale e il suo animo instancabile e determinato.

Grandi scoperte attendono i lettori di questo primo volume della trilogia. Scoperte rivoluzionarie anche per gli stessi Hawthorne, a tal punto da rimanere increduli dopo una vita intera fondata sulla convinzione dell’andamento di certi trascorsi lontani nel tempo.

Alessandra ❣ —

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