Recensione “A due passi dal Tibet” di Salvatore Liggeri

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“Custodire le chiavi di qualsiasi luogo, o di qualsiasi cuore, è una responsabilità divina, un onore che poche, pochissime persone e luoghi al mondo ci concedono. E’ nostro dovere prendercene cura e onorare chiunque ci affidi questo compito.”

Cit. “Il custode delle chiavi del tempio”, cap. III pag. 71
  • Titolo: A due passi dal Tibet: 30 giorni con i monaci tibetani
  • Autore: Salvatore Liggeri
  • Casa Editrice: Independently Published
  • Data di pubblicazione: 19 marzo 2022
  • Genere: Narrativa religiosa e spirituale
  • Prezzo (euro): 12,90 [cartaceo “flessibile”]; 15,90 [cartaceo “rigida”]; 5,90 [ebook]
  • Pagine: 227
  • Voto: 8,89⭐

>> T R A M A <<

Una giovane coppia va a vivere per trenta giorni a stretto contatto con i monaci tibetani all’interno di uno dei monasteri più grandi d’Europa.
I protagonisti affronteranno un cammino impervio e tortuoso all’interno di sé, confrontandosi con culture lontane e misteriose, dove incontreranno personaggi straordinari con i quali dovranno convivere.
Durante il percorso spirituale, faranno esperienza di momenti e confronti intensi, che trascineranno il lettore all’interno di un mondo affascinante, alla scoperta di varie teologie, leggende e filosofie.
Un’indagine romantica, piena di leggende, devozione, passione e, soprattutto, volta alla ricerca di quella che diventerà a tutti gli effetti un’iniziazione spirituale ed esoterica.
A due passi dal Tibet è una storia da pelle d’oca, i cui temi affrontano i grandi dilemmi dei nostri tempi. Una storia non soltanto da leggere, ma da scoprire.

>> R E C E N S I O N E <<

Se dovessi impiegare una parola per descrivere questo libro, userei “meditazione”. Il libro, infatti, non si pone il vuoto obiettivo di narrare semplicisticamente l’esperienza dell’autore all’interno di una comunità tibetana collocata in Italia; il romanzo si propone di essere qualcosa di più: un viaggio. Ecco, sì, questa sarebbe la seconda parola che credo lo possa descrivere meglio: il viaggio di un uomo che ha messo tutto da parte, a partire dal proprio lavoro, per avventurarsi in un mondo ignoto e uscirne, un mese dopo il suo arrivo, illuminato spiritualmente.

“Ognuno ricercava per sé quella che poteva essere una chiave, un indizio o un sentiero da poter trovare o seguire durante il cammino della vita.” –|| Capitolo 3, “Il custode delle chiavi del tempio”, pag. 79

In particolar modo, il romanzo di Salvatore Liggeri muove qualcosa nel profondo dell’animo del lettore che, man mano che i suoi occhi scorrono attraverso righe e pagine, si addentra con lui in questo percorso. In fondo, si tratta di un percorso interiore alla scoperta di sé e della bellezza del mondo che ci circonda.

Mi piace pensare che la ricerca spirituale condotta dal protagonista sia riuscita a schiarire i miei pensieri, e sicuramente quelli di tanti altri lettori, circa gli aspetti e gli atteggiamenti più comuni dell’uomo. Quante volte ci teniamo dentro tutto, per moralità, cultura, paura o pregiudizio, innescando un meccanismo tossico di reazione passiva agli eventi! E quante volte ognuno di noi guarda all’aspetto economico delle cose, anche a costo di sacrificare una propria passione, magari per ritrovarvi una qualche stabilità, quando in realtà la dovremmo cercare dentro di noi, esseri che si illudono di essere liberi e democratici.

“Tutti noi siamo il tassello di un grande mosaico, che è il cosmo. Non vi è alcuna differenza, da un punto di vista universale, in nessuno di noi.” –|| Capitolo 3, “Il custode delle chiavi del tempio”, pag. 96

Ecco, per vivere davvero e in armonia – perché noi siamo nati per vivere – l’essere umano dovrebbe trovare la forza e il coraggio di liberarsi da ogni ambizione e pensiero vano per riscoprire l’essenza della vita, la bellezza che si cela dietro ogni singola giornata. Perché no, magari guardando il mondo con gli occhi innocenti e pieni di sogni, fantasie e stelle splendenti, il cuore puro e la mente svincolata da ogni condizionamento di un bambino. In fondo, il più bel cammino è quello in cui riconosci che non hai bisogno di raggiungere nessun luogo per essere felice; la felicità è tutta qui, tra il cuore, la mente e lo spirito.

Come ci comunica il protagonista, bisogna smettere di rifugiarsi nell’ignoranza e vivere passivamente, nonché nell’illusione dell’io che ci siamo creati. Solo lasciando la mente dall’ancora che la lega saldamente alla convinzione di avere totale consapevolezza di sé e mettendosi in dubbio si potrebbe avere modo di trascorrere i giorni da un punto di vista differente, abbracciando il nulla. Solo così, si sarà anche capaci di conoscere quel che si cela nell’ombra e esplorarsi dentro, nell’animo, a fondo. Sbaglia, dunque, chi nega che uscire fuori dai canoni, dalle credenze e dalle abitudini della propria vita, fosse anche per una volta, non possa cambiare la vita e rendere felici e più uniti, come successo e alla sua compagna di viaggio e di vita Sara!

“Ti è bastato semplicemente cambiare le tue scarpe, per cambiare mentalità e prospettiva; adesso hai una mente serena e hai trasformato in serenità qualsiasi cosa e chiunque ti circondasse, nonostante tu abbia continuato a frequentare gli stessi luoghi e persone.” –|| Capitolo 11, “Nirvana”, pag. 188)

 Alessandra ❣  —

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